Le acque effimere di Padula Mancina. Storie di stagni mediterranei nel Salento
Lunedì 13 maggio alle ore 18.30 a Ruffano, presentazione del documentario prodotto dall’associazione Manu Manu Riforesta!
Un documentario ambientato nella zona denominata Paduli, nel cuore del Basso Salento, quello che verrà proiettato in anteprima lunedì 13 maggio a Ruffano presso la sala consiliare. "Le acque effimere di Padula Mancina. Storie di stagni mediterranei in Salento” di Bruna Rotunno e Ada Martella, narra la storia di una rete di quattro stagni mediterranei temporanei, quel che rimane dell’antico bosco, un tempo una delle foreste più antiche, estese e ricche del Salento - Bosco Belvedere - fino alla metà dell’ottocento quando iniziò il disboscamento per far posto alla monocultura dell’olivo.
Nell’ambito del progetto AGROFORESTA DI COMUNITÀ finanziato dal GAL Capo di Leuca. Partner Progetto Manu Manu Riforesta!, Società Agricola Merico e Associazione Diciottesimo Meridiano. Qui il link per vedere il trailer.
Il documentario svela i misteri della ZSC Padula Mancina, una Zona di Speciale Conservazione protetta dall’unione Europa come habitat prioritario, una rete di stagni mediterranei temporanei che è percepibile come tale solo quando la stagione delle piogge è abbondante e persistente. Ed è quello che è successo nel corso del 2023 - quando sono state effettuate le riprese - durante i mesi invernali sino all’inizio dell’estate i quattro stagni della ZSC si sono trasformati in un paradiso di biodiversità. È proprio vero che quando c’è l’acqua torna la vita, in questo caso per tutto quel mondo animale e vegetale che per sua caratteristica si sincronizza con l’andamento effimero degli stagni. Grazie alle riprese aree, si è colpiti dal paesaggio inusuale e inaspettato, nel bel mezzo di una distesa quasi senza fine di uliveti – in prevalenza tutti secchi, incendiati, abbandonati – ci sono gli stagni, punti d’acqua nel deserto. È come avere il punto di vista degli uccelli migratori, che li utilizzano come degli autogrill, dove rifornirsi, rifocillarsi e spesso anche riprodursi. L’elenco degli uccelli che qui sostano è lungo, alcuni sono stati catturati nelle riprese, di altri se ne vedono le uova o se ne sentono i richiami, che si distinguono dal coro di migliaia di rospi e rane come una serie di assoli di ugole ben dotate.
Le riprese scendono a terra, a pelo d’acqua in mezzo ad una vegetazione foltissima, dove la gallinella d’acqua ha creato il suo nido galleggiante. Si scende ancora, si va sott’acqua e ci si trova nel misterioso mondo dell’’Ecologia della Resurrezione’, il mondo degli anostraci, crostacei preistorici senza carapace, capaci di rimanere dormienti come cisti anche per cento anni e risvegliarsi quando ricompare l’acqua. Inoltre, “Le acque effimere di Padula Mancina” sono il regno del rarissimo quadrifoglio acquatico peloso (Marsilea Strigosa) - in Italia presente solo in Sardegna – grazie al quale la rete di stagni di Padula Mancina è protetta dall’Unione Europea come ZSC, e che nel documentario lo si vede nella sua fase di riproduzione, immerso in acqua, tra una miriade di altre piante acquatiche e non.
Nel documentario, siamo accompagnati sul campo dal racconto dei biologi che hanno svolto a vario titolo il Progetto di Monitoraggio MoSSHa di Unisalento – il prof Genuario Belmonte, responsabile del Progetto, zoologo, l’ecologo Leonardo Beccarisi, l’ornitologo Rosario Balestrieri e la botanica Rita Accogli – mentre raccolgono i campioni da analizzare e censiscono le specie presenti.
I suoni sono quelli della natura, a cui si innestano quelli del musicista Franco Nuzzo e la voce narrante dell’attrice Silvia Lodi. Un documento storico prezioso - non esiste nessun documento audiovisivo sugli stagni dei Paduli - anche per via della combinazione fortunata accaduta nel 2023, tanta acqua e la possibilità di seguire i biologi impegnati nel progetto di monitoraggio MoSSHa.