Patata dolce: storia, proprietà e ricette di un superfood
Un dolce tubero dalle grandi proprietà
La Patata dolce è una radice tuberiforme (detta anche rizotubero) coltivata a scopo alimentare in molte parti del mondo. Può essere a pasta bianca, gialla, arancione o viola. Nel Salento quella tradizionale è a pasta gialla o bianca e viene commercializzata da settembre a primavera. Recenti ricerche hanno classificato la Patata dolce come superfood, vediamo insieme perchè.
Breve storia della Patata dolce del Salento
La Patata dolce è un prodotto di origine americana, portata quindi in Europa dopo il 1492. Non ha trovato ovunque una buona considerazione, tuttavia nel Salento essa si è imposta come coltura da reddito, ed è entrata così a far parte della tradizione gastronomica locale. Possiamo risalire con certezza alla data di introduzione della Patata dolce nel Salento grazie ad alcuni documenti1 che attestano come fu l'agronomo Gaetano Stella a introdurre il dolce tubero a Lecce nel 1842. Successivamente questa coltura si diffuse soprattutto nell'agro di Calimera, dove incontrò non solo il favore di agricoltori locali, ma soprattutto particolari condizioni pedoclimatiche adatte al suo sviluppo e così, ben presto, la Patata dolce di Calimera divenne conosciuta e ricercata in tutta la provincia.
La Patata dolce entrò quindi nel giro di pochi anni nelle cucine delle massaie salentine dove, nelle lunghe sere invernali, il camino covava e cuoceva sotto la cenere questo tipico “dolce dei poveri”: la Patata dolce veniva posta al calore della brace dell’ultimo ceppo della sera per ritrovarla cotta il mattino dopo. Il suo odore dolciastro si spargeva per tutta la casa e veniva offerta ai bambini, che si sporcavano le dita di quella sorta di melassa scura che la Patata dolce rilascia con la cottura. È per questo che il dolce rizotubero si lega a doppio giro ai ricordi d’infanzia di ogni salentino: uno di quei cibi che è difficile ritrovare in altri luoghi d’Italia e che senza quel focolare non sonor comunque la stessa cosa.
Patata dolce: proprietà nutrizionali e virtù
La Patata dolce è considerata da molti un superfood. Le sue proprietà nutrizionali sono di notevole interesse e ne fanno un prodotto particolarmente adatto a fette di mercato specifiche.
Il CSPI (Center for Science in the Public Interest), organizzazione indipendente americana, ha messo la Patata dolce al primo posto tra tutti i vegetali. La Patata dolce è ricca di flavonoidi e antociani e, oltre a un buon contenuto di fibre, minerali e carboidrati, 100 gr. di Patata dolce contengono quasi il triplo del fabbisogno di vit. A giornaliero e oltre un terzo del fabbisogno di vit. C. Si ha così un complesso mix di sostanze antiossidanti che esaltano le sue eccezionali proprietà anti-radicali liberi e anti-invecchiamento.
La Patata dolce è consumata abitualmente e abbondantemente in molte parti del mondo come America latina, India, Giappone e Cina. In particolare in Giappone se ne fa un rilevante consumo: viene mangiata soprattutto cruda e pare abbia potere preventivo su alcune malattie come l'anemia, l'ipertensione e il diabete. Alcuni ricercatori del CNR di Padova, in collaborazione con l'Università di Vienna, a seguito a ricerche specifiche, hanno accertato che gli effetti benefici della Patata dolce sono dovuti soprattutto al Cajapo, una sostanza contenuta principalmente nella buccia. Il Cajapo è stato testato su individui affetti da diabete mellito tipo II, producendo una riduzione della glicemia basale, del colesterolo e dell'emoglobina glicata, con conseguente miglioramento dello stato di salute generale. I risultati dello studio sono stati pubblicati dall’Associazione Americana Diabetici.
Come si cucina la Patata dolce
La Patata dolce del Salento è stata una coltura marginale per diversi anni, ma registra una ripresa dovuta all'aumento della domanda di questo prodotto. In cucina, le ricette tradizonali prevedono che venga consumata cotta al forno (o meglio, sotto la brace del camino) oppure tagliata a rondelle, fritta e cosparsa di zucchero. Possono anche essere preparate delle gustose torte e una variante dolce della famosa "Pitta" salentina. La Patata dolce può anche essere preparata ripiena, oppure tagliata a pezzetti e cotta con erbette e spezie. Non essendo una Solanacea, la Patata dolce può essere consumata anche cruda.
Francesca Casaluci
1 - Nel “Bollettino mensile della Camera di Commercio, industria e agricoltura di Lecce” del gennaio 1951, si legge: «In Italia, la patata dolce, secondo Targioni Tozzetti, fu fatta coltivare la prima volta a Firenze nel 1630 da Ferdinando II. (…) La patata dolce, che tanta importanza ha avuto per le nostre popolazioni nei momenti di strettezze alimentari, è stata introdotta nel leccese nel 1842, dall’agronomo Gaetano Stella che, importati alcuni tuberi dall’Orto Botanico di Napoli, li piantava nella nostra Villa Comunale, raccogliendone poi il prodotto alla presenza delle Autorità cittadine.»