Il Bosco di Menteferraro diventa bene comune: i cittadini lo comprano e lo restituiscono alla comunità

Rimboschimento, riforestazione, piantumazioni spontanee: negli ultimi anni si sono moltiplicate le iniziative di singoli o gruppi di cittadini volte ad aumentare la superficie alberata del nostro Paese.

Tra Turi e Conversano, La Associazione Rizomi - Connessioni Naturali ODV ha fatto di più e oggi annuncia la prima non-proprietà di un Bosco Bene Comune.

Ma cosa vuol dire e cosa è successo? Andiamo con ordine.

Ci fu un tempo in cui il patrimonio boschivo di Conversano, come d'altronde quello di tutta Italia, era consistente, ma tra la fine del ‘700 e la prima parte dell’800 la maggior parte di questo tesoro venne drasticamente impoverito e avviato a coltura, per effetto dello sviluppo sociale ed economico che portò ovunque alla ricerca di nuove terre coltivabili, a scapito delle aree selvatiche.

 

 

Ma a Conversano, un'area boschiva di 6,5 ettari è sopravvissuta fino ai giorni nostri e nel 2021, questo bosco, il Bosco di Monteferro, è stato messo in vendita dai proprietari di allora.

È così che un gruppo di cittadini si è auto-organizzato e ha deciso di lanciare una raccolta fondi per raggiungere la cifra richiesta, che si aggirava intorno ai 6.600€ per ettaro. E dopo appena un anno il sogno si è realizzato: grazie alle contribuzioni spontanee di oltre 350 persone e associazioni da tutto il mondo, nel 2022 il Bosco viene ufficialmente acquistato dall'associazione, che è riuscita così a restituire alla collettività un pezzo di territorio nella sua integrità naturale dichiarandosi “non proprietari” di un Bene Comune.

L’area, uno scrigno incontaminato ricchissimo di biodiversità, sarà ora preservato e tutelato. Il Bosco di Monteferraro resterà patrimonio comune e sarà fruibile attraverso percorsi didattico-divulgativi ed eventi legati alla scoperta delle bellezze del ricco patrimonio ambientale, storico e archeologico.
Il simbolo del Bosco è un Fragno (Quercus trojana) posto all’ingresso dell’area, censito in quanto albero monumentale dall’Ufficio Foreste della Regione Puglia, mentre altri due cipressi posti ai margini sono in fase di censimento, il che aumenta il valore agroforestale e ambientale del sito e accentua il merito della sua salvaguardia.

 

Francesca Casaluci