Ex Terra o il Giardino delle Meraviglie
Siamo venuti in contatto con Angelo Giordano e Valerio Tanzarella nel 2016, grazie alla comune passione per la salvaguardia e la valorizzazione dell’ agro-biodiversità locale. Quando nel maggio dello stesso anno ci hanno invitati a Ceglie Messapica in occasione di una giornata di scambio di semi, e abbiamo potuto conoscerli meglio, siamo rimasti piacevolmente impressionati dalla qualità del loro lavoro e dalla capacità organizzativa e di coinvolgimento di varie realtà e personaggi locali, che hanno reso quei due giorni indimenticabili sia per la grande ospitalità ricevuta, sia per il senso di inclusione in una comunità più grande, che Angelo e Valerio hanno saputo trasmetterci con grande naturalezza. Ci siamo sentiti parte di una comunità che vive e lavora per obiettivi comuni, con affinità di vedute, per correggere alcune brutture di questo mondo e coltivare bellezza e condivisione: questo è stato il bellissimo regalo (per niente scontato) che abbiamo avuto in quei due giorni passati nella fiabesca cornice della Valle d’Itria.
Vogliamo dunque scoprire di più su questa coppia di amici che sta facendo qualcosa di piccolo e allo stesso tempo di grande per salvare le varietà locali dall’oblio e per promuovere un’agriCUltura che metta al centro il benessere dell’ecosistema. Proponiamo dunque un’intervista per conoscere più da vicino Angelo e Valerio e il loro incredibile lavoro.
Valerio e Angelo, raccontateci un po’ come nasce la vostra avventura, come vi avvicinate al mondo dell’agricoltura e della biodiversità.
La nostra amicizia ha origini lontane e durature. Ci conosciamo dai tempi delle elementari. Siamo coetanei e, all’epoca, eravamo vicini di casa e compagni di giochi nelle bianche viuzze del paese. Toccaferro, pigliapiglia, un, due, tre, stella! Erano i giochi di noi bimbi degli Anni ’80. La vita ci ha poi portati a percorrere percorsi personali e professionali differenti ma non ci siamo mai persi di vista.
Circa cinque anni fa ci siamo confrontati su un’idea dai molteplici risvolti: realizzare qualcosa di utile e duraturo nell’ambito che più si addice alla nostra splendida terra, cioè nel settore agricolo. Per fare questo avremmo dovuto non solo lavorare sodo ma rivoluzionare le vite nostre e delle nostre famiglie. Io – Angelo – sono agronomo e coltivatore da quando ero bimbo, io – Valerio – facevo l’avvocato a Roma. Come conciliare questa biodiversità umana estremamente differente? Mettendoci a coltivare un orto-giardino che è anche laboratorio e punto di osservazione e studio degli ortaggi inusuali coltivati. Detto, fatto. Io – Angelo – ho messo a disposizione un terreno mio e di mia moglie Isabella, io – Valerio – ho lasciato la professione e sono tornato a vivere a Ceglie, mi sono messo a studiare una materia nuova che richiede anche – e forse soprattutto – tanta attività in campo.
La scelta di puntare sulla biodiversità ha diverse ragioni, in primis etiche e culturali. Ogni territorio ha la sua vocazione, è impensabile continuare a coltivare ortaggi ibridi che sono il risultato di ricerche fatte in laboratori che nulla hanno a che fare con la zona nella quale verranno poi coltivati i medesimi ibridi. La pretesa di imporre colture valide in tutto il globo, a qualsiasi latitudine, ci sta di fatto impoverendo massacrando il lavoro fatto da Madre natura e dall’uomo nel corso di millenni.
Qual è il vostro progetto e in che cosa consiste?
L’essenza del nostro progetto ruota attorno a due perni principali che hanno diversi risvolti: vogliamo tutelare la biodiversità e intendiamo fare qualcosa di utile per il nostro territorio. Ci siamo chiesti: è possibile fare ciò conciliando l’esigenza di condurre una vita dignitosa? La risposta è certamente sì. La Puglia è un patrimonio di diversità, una miniera a cielo aperto di meraviglie naturalistiche, attrazioni, biodiversità e di incredibili tradizioni contadine. Il futuro è, a nostro giudizio, la loro valorizzazione.
Ripetiamo spesso che si può delocalizzare un’azienda e replicare un tablet in ogni fabbrica del mondo, basta avere i macchinari giusti. Viceversa non è possibile replicare altrove la miniera di bellezza, tradizioni, peculiarità e produzioni tipiche della nostra amata terra. Viviamo in un posto meraviglioso, unico e prezioso che dovremmo custodire con attenzione e rispetto.
Il nostro è un lavoro di continua ricerca e sperimentazione: valutiamo quante più possibili varietà di ortaggi, soprattutto antiche varietà ad alto rischio di erosione genetica e sviluppiamo attorno ad esse idee utili per startup che, opportunamente ed ulteriormente sviluppate, possono generare economia virtuosa.
Che tipo di attività portate avanti?
Amiamo quel che facciamo e facciamo di tutto per aiutare chi vuole fare altrettanto. La nostra è un’attività di ricerca, consulenza, formazione, studio e racconto di quelle che sono le nostre esperienze. L’anno scorso ci siamo costituti come società Benefit ed abbiamo fondato la Ex Terra. Ovviamente tutto ha avuto inizio grazie al lavoro manuale che quotidianamente abbiamo portato e tuttora portiamo avanti nell’orto. Senza quel pezzo di terra che accudiamo come un figlio oggi non saremmo qui a raccontare la nostra esperienza.
Come e dove avete recuperato le tante specie e varietà che custodite e riproducete nel vostro orto sperimentale?
Abbiamo iniziato con lo scambio di semi e materiale genetico con amici e appassionati. I nuovi mezzi di comunicazione, soprattutto i social, ci hanno permesso di prendere contatti con studiosi, appassionati, collezionisti, coltivatori e studiosi davvero di mezzo mondo. Abbiamo quindi iniziato a donare e ricevere materiale genetico e l’attività informale va avanti ormai da anni, grazie anche al contributo di persone meravigliose che abbiamo conosciuto abbastanza di recente e che ci hanno donato il frutto del loro lavoro sviluppato in decine anni di studio. Attività che non è terminata, anzi, più passa il tempo e più s’intensifica, grazie anche ad una rete di rapporti che va via via crescendo.
Progetti per il futuro?
I progetti per il futuro sono conseguenza di quello che facciamo oggi. Quando andiamo nelle scuole raccontiamo ai ragazzi la nostra esperienza cercando di far notare quanti e quali siamo le enormi potenzialità dell’agricoltura nel nostro territorio. Il nostro intento è non solo quello di formare e informare ma anche di mostrare come sia possibile realizzare quello che diciamo. Nel futuro immediato intendiamo costituire un gruppo di persone con la nostra stessa sensibilità che siano capaci di diffondere conoscenza ed essere di supporto a chi vuole avviare attività in questo splendido settore. Occorre svecchiare l’agricoltura e, per farlo, occorre – almeno dal nostro punto di vista – liberarla dalle false credenze e dalle errate abitudini inculcate dall’avvento della cosiddetta Rivoluzione Verde. Noi abbiamo superato il concetto di agricoltura biologica, la diamo come un’idea ormai acquisita. C’è bisogno di tornare all’agricoltura naturale, quella che permette di fare la differenza tra il mondo massificato del cibo e quello delle piccole patrie dell’alta qualità, del produrre bene e del rispetto del mondo circostante.