Tre produttori di vini naturali del Salento che devi conoscere

Vini naturali del Salento e dove trovarli

Negroamaro, Malvasia Nera, Primitivo. Sono alcune delle uve autoctone pugliesi usate dai produttori di vini naturali del Salento. Vini naturali, biologici se non biodinamici, che ormai possiamo comprare dovunque, grazie alla vendita online. L’intera Puglia ha un patrimonio vinicolo da valorizzare. I vignaioli naturali che hanno puntato su un’agricoltura rispettosa, vinificazioni non invasive e recupero dei territori esistono, anche del Salento.

Cos’è il vino naturale?

La vigna è natura. L’uva è un frutto presente in natura. La fermentazione è un processo naturale: i lieviti convertono gli zuccheri dell’uva in alcol e anidride carbonica, e danno vita al vino. In mancanza di intervento umano però, la fermentazione va oltre. Se non è mediata dall’uomo infatti, la fermentazione si evolve e la trasformazione in aceto è il risultato. Cosa vuol dire allora produrre il vino naturale? Prendendo in prestito le parole della giornalista esperta in vino naturale Alice Feiring: produrre vino naturale “significa fare il minimo indispensabile per impedire che ciò avvenga”.

Il termine naturale può dar luogo a incomprensioni, perché non esiste una certificazione unica che garantisce la “naturalità” di un vino piuttosto che di un altro. Ci sono però delle regole comuni ai produttori di vino naturale. 

Le scelte del vignaiolo naturale cominciano nel vigneto. Il vino naturale “si fa davvero in vigna”, perché solo con un’uva sana sarà possibile limitare al massimo l’intervento dell’uomo nella successiva vinificazione. Le vigne sono quindi coltivate in biologico, in biodinamico o seguendo l’agricoltura naturale o rigenerativa. Coltivare cercando di danneggiare il meno possibile l’ecosistema e incoraggiando la biodiversità (perché anche il vigneto alle volte può diventare una monocoltura).

L’aggiunta di lievito poi, di solito non è permessa. I lieviti che fanno partire la fermentazione sono i lieviti già presenti sulla buccia degli acini, i lieviti indigeni, come si suol dire. I lieviti sono parte integrante del terroir e contribuiscono all’unicità del vino naturale e alla stretta loro correlazione con il territorio di origine. In cantina poi, nessuna aggiunta di additivi enologici, pochi solfiti e pochissime filtrazioni, per un intervento che aiuti la trasformazione, non la guidi.

Non sono in realtà solo regole, ma valori. Spesso per conoscerli a fondo è necessario indagare, conoscere i produttori e visitare le piccole realtà agricole locali.

Ecco i tre vignaioli naturali del Salento da conoscere

Natalino Del Prete è l’antesignano del biologico in Puglia. Sceglie la campagna agli studi universitari per portare avanti con passione l’azienda agricola di famiglia, portandosi dietro la memoria di tre generazioni. Un uomo che è cultura e tradizione enoica salentina, e nei suoi 11 ettari coltiva soprattutto uve autoctone pugliesi: Primitivo e Negroamaro, con una presenza minore di Aleatico e Malvasia Nera. Nessuna chimica in vigna, fermentazioni spontanee in cantina e vini buoni, dalla beva facile e piacevole, che partono dal Quotidiano, il Negroamaro da tavola, pensato per tutti i giorni.

Terra e territorio al centro, la filosofia dell’azienda Dei Agre è fondata sull’attenzione al suolo e alla sua composizione organica. Agricoltura più che biologica, vigneti ad alberello (la forma di allevamento più adatta al clima e alla cultura del territorio) e solo vitigni storici pugliesi, Negroamaro e Primitivo. Vini del Salento più autentico, diversi di annata in annata, avvolgenti e talvolta quasi spigolosi. I tre vini Negroamaro 100% (Magradè, Racimolo e Lunatico) e il blend di Primitivo e Negroamaro (Amaranto), sono tutti “vini di godimento”: godimento nella beva e negli occhi di chi li assaggia.

 

I vini di Sara, Paolo e Gabriele, i tre fratelli che hanno ripreso in mano l’attività di famiglia, la Cantina Supersanum, provengono per la maggior parte da vigneti abbandonati. L’azienda fa parte dell’associazione F.I.V.I, Federazione Italiana dei Vignaioli Indipendenti e di VinNatur, Associazione Viticoltori Naturali, e vive la vigna come un ecosistema organico, interconnesso. Il lavoro si basa sul riequilibrio microbiologico e il ripristino della fertilità dei terreni, pratiche di agricoltura rigenerativa e di metodi di vinificazione naturali. Cinque ettari vitati per 8000 bottiglie prodotte, si distinguono 3 DOC Negroamaro di Terra d’Otranto (Caminante Rosato, Caminante Rosso, Don Mosè Rosso) e 3 vini da tavola (Sinergico Rosso, Sinergico Rosato e Sinergico Bianco). 

 

Silvia Moroni - Parla Sostenibile

IG - FB @parlasostenibile 

www.parlasostenibile.it

 

Campagna di comunicazione realizzata con il contributo della Regione Puglia “Norme per il sostegno dei Gruppi Acquisto Solidale (GAS) e per la promozione dei prodotti agricoli a chilometro zero" - L.R. 432012