Quale miele comprare? 3 consigli per non rimanere fregati
Come scegliere il miele giusto e riconoscerne virtù e difetti
Castagno, acacia, millefiori. Ma anche di tarassaco, di erica o di sulla. Il miele sta all’uomo come le api stanno all’ambiente: si tratta di necessità. Ma alla domanda “quale miele comprare” non è facile rispondere.
Cosa può fare il consumatore? Per capire quale miele comprare è bene leggere le etichette, non aver paura del miele cristallizzato così come conoscere le insidie del miele cinese. Gli apicoltori attenti all’ambiente e al prodotto etico per fortuna esistono, e fanno delle vere bontà.
Primi passi per non sbagliare
Sembra scontato, ma in etichetta è obbligatorio che ci sia scritta la parola miele. Non bastano immagini di api, alveari e fiorellini. La parola deve esserci, sempre.
Più l'etichetta è particolareggiata poi, più c'è da fidarsi: il produttore non ha niente da nascondere. Anche il logo di un’associazione o di un consorzio sono garanzia di controlli, così come le certificazioni europee DOP e IGP. In Italia abbiamo solo tre DOP (il miele della Lunigiana, il miele delle Dolomiti Bellunesi e il miele varesino) ma abbiamo anche tre Presidi Slow Food che salvaguardano le piccole produzioni territoriali a rischio estinzione.
Il miele biologico poi, è una buonissima scelta, così come lo è il miele di piccoli apicoltori conosciuti e fidati.
Da ultimo, il prezzo. Il prezzo del miele di qualità oscilla tra i 12 e i 35 euro al chilo, per quelli più rari. Diffidare del prezzo troppo basso è sempre un valido consiglio.
Miele cristallizzato? È normale!
La cristallizzazione non è un difetto. Ci sono mieli più liquidi e limpidi, altri più solidi e cristallizzati. Quando l’uomo preleva il miele dall’alveare, il miele è sempre liquido e limpido. In realtà, il miele in sé è un prodotto particolare: gli zuccheri disciolti in acqua sono troppi; è quello che in fisica si chiama soluzione soprasatura. Per questo, la cristallizzazione è un processo assolutamente naturale, che avviene col tempo e in relazione alla differente percentuale di fruttosio e glucosio presenti.
Quando la percentuale di glucosio è maggiore, il miele tenderà a cristallizzarsi nel giro di qualche settimana, come il miele di coriandolo o di agrumi. Diversi mesi sono necessari invece alla cristallizzazione di un miele a più alto contenuto di glucosio, come il millefiori o il miele di sulla. Non abbiate paura perciò, nessun pericolo.
Il miele cinese che non è miele
Un miele a poco più di un euro al chilo è un miele che dovrebbe di per sé destare scalpore. Quando poi si scopre che non è solo il nettare prodotto dalle api, ma è mescolato a sciroppo di zucchero, la situazione diventa più chiara. Secondo la CIA, il miele made in Cina sta mettendo in ginocchio gli agricoltori italiani. Il miele cinese è un prodotto ibrido, un miele tradizionale addizionato a sciroppo di zucchero, pratica resa possibili dalle regole più permissive dell’apicoltura cinese. Impossibile competere con un prodotto a così poco prezzo. Non è però un problema solo commerciale, ma anche di tutta la filiera. L’azione delle api nella produzione di miele è spesso sostituita da una manodopera umana cinese che non ha certamente anche la funzione impollinatrice e di salvaguardia della biodiversità.
Il problema è però a monte: la produzione mondiale di miele è diminuita drasticamente negli ultimi anni, a causa della moria delle api. In un mercato in cui la domanda è tanta, ma l’offerta poca, anche un miele-non miele non ha difficoltà ad affermarsi.
Come difendersi dunque? Controllare l’etichetta e preferire sempre miele da apicoltori italiani: è obbligatorio scrivere il paese di origine del miele, sempre.
Aiutare le api, aiutare il pianeta
Il miele è un prodotto interessante, così come interessanti sono le sue produttrici: le api. Api che l’inquinamento ambientale, l’abuso di insetticidi in agricoltura e il cambiamento climatico stanno mettendo a dura prova. La moria delle api degli ultimi anni rischia di stravolgere un ecosistema naturale che difficilmente potrà essere replicato dalla tecnologia. Nel 2021, in alcune regioni italiane la produzione di miele è calata anche del 95% a causa dei cambiamenti climatici. Eppure senza api non c'è impollinazione, quindi cibo. Basti pensare che le api sono responsabili dell’impollinazione dei fiori dalla quale dipende il 35% della produzione agricola mondiale. Iniziative come Save Bees and Farmers o Bee Safe sono solo alcune delle tante che salvaguardano questi insetti e l’intero ecosistema.
Scegliere quale miele comprare è il primo passo che noi consumatori possiamo fare per aiutare un pianeta che sta rischiando molto, e che fa fatica ad accorgersene.
Silvia Moroni - Parla Sostenibile
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