La Ciclovia dell’Acquedotto Pugliese: pedalando nell’entroterra tra storia e natura

Pedalando tra storia e natura, si va alla scoperta dell’Italia del Sud, dall’Irpinia fino al Capo di Leuca seguendo la Ciclovia dell’Acquedotto Pugliese, la prima ciclovia del Sud Italia che attraversa tre regioni: Campania, Basilicata e Puglia.

La storia della Ciclovia dell’acquedotto inizia ufficialmente nel 2016 quando viene approvata la Legge di Stabilità che la inserisce tra le quattro ciclovie di priorità nazionale. La regione Puglia aveva già pensato a questo progetto nel 2006, approvando nel 2009 la studio di fattibilità della Ciclovia lungo il canale principale dell’Acquedotto Pugliese. Frutto di questo progetto è l’unico pezzo ufficialmente aperto e ciclabile dell’intero percorso, lungo circa 10 km, da contrada Figazzano a Pineta Ulmo, in Valle d’Itria.

Nel 2015 si incontrano anche per la prima volta associazioni e singoli che poi costituiranno il Coordinamento dal Basso per la Ciclovia dell’Acquedotto Pugliese. L’incontro era stato sollecitato da alcuni camminatori in viaggio, che proponevano di trasformare la traccia dell’Acquedotto del Sinni in un percorso verde ciclopedonale. Ma l’obiettivo del coordinamento è stato, fin da subito, non solo quello di collegare la Valle d’Itria al Salento, ma di realizzare un unico percorso da Caposele fino al Capo di Leuca.

Il tracciato della Ciclovia dell’acquedotto si snoda per 500 km partendo dalla sorgente di Caposele fino a raggiungere il Capo di Leuca dove, nel 1939, l’arrivo dell’acqua fu celebrato con la costruzione di una cascata monumentale. Il percorso passa attraverso paesaggi naturali molto diversi e affascinanti, partendo dai panorami montuosi dell’Irpinia fino ad arrivare ai piani uliveti salentini. Inoltre, questo itinerario è anche un viaggio nella storia della costruzione dell’acquedotto che ha portato l’acqua in Puglia nel Novecento, ma anche nella storia dei borghi che ne segnano il percorso.

Nonostante la Ciclovia non sia ancora stata realizzata, il tracciato è in parte già esistente, poiché segue le piste di servizio utilizzate dall’Acquedotto per la manutenzione del sistema, che quindi andrebbero solo curate e rese accessibili ai viaggiatori. Le piste costituiscono quasi la metà dell’intero tracciato, circa 230 km, e sono abitualmente utilizzate dai cittadini e ciclisti locali come percorsi per passeggiare, pedalare o fare mountainbike. La parte restante dell’itinerario, pur non essendo completamente preclusa al traffico motorizzato segue strade secondarie con bassa frequentazione.

La Ciclovia dell’Acquedotto è non solo una grande opportunità per portare il turismo in Puglia e nel Sud Italia verso una sua versione più sostenibile e attenta all’ambiente, ma è anche l’occasione per dare un’opportunità di sviluppo diversa a quei borghi e luoghi dell’entroterra di queste tre regioni del Sud, facendoli passare da una posizione periferica, rispetto alla più rinomata costa, ad una posizione centrale rispetto al percorso ciclopedonale.

Per far conoscere questa bella realtà, è nata nel 2018 la guida la "Guida alla Ciclovia dell'Acquedotto Pugliese", un racconto della cicloesplorazioni fatte sul percorso della ciclovia dal coordinamento dal basso nel 2015 e nel 2016, scritto da Roberto Guido e pubblicato da Ediciclo Editore. La guida è per i viaggiatori non solo una traccia da seguire fisicamente, attraverso le tracce gps realizzate per i cicloesploratori, ma anche un interessante narrazione della storia e delle vicessitudini dell'acquedotto dalla sua ideazione ad oggi.

L’augurio è che equilibri e tempistiche della politica, non protrarranno questa bella storia iniziata più di 10 anni fa per un tempo indefinito, ma che si possa presto percorrere legalmente e in sicurezza l’intero percorso facendo della Puglia e del Sud Italia una meta d’eccellenza per il cicloturismo e per il turismo sostenibile.

Per saperne di piu: il sito del coordinamento dal basso: http://www.aqp.bike/  ;  la guida: https://www.facebook.com/guidacicloviadellacquedottopugliese/